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3 aprile 2012 / bommaraya

Intervista – Le etichette: LEPER PRODUCTIONS

domande di Francesco Bommartini


1 – La Leper Productions si definisce, sul proprio sito, “the best free net label of the world”. Cosa significa essere una free net label? Quando è nata a quest’idea?

Sì, un ego esagerato non guasta mai. Essere una free net label significa essere la parodia di un’etichetta discografica. Facciamo più o meno le stesse cose di un’etichetta indipendente (leggasi povera) qualsiasi, solo che non stampiamo dischi, ma li regaliamo su www.lepers.it. Girano meno soldi, ci possiamo permettere di far uscire album bellissimi che non hanno assolutamente mercato e possiamo vantarci di essere portatori di cultura e bere bibite gassate in bicchieri con gli ombrellini nei salotti che contano. L’idea è nata più o meno nel 2005 quando avevamo un po’ di materiale fantastico e mal registrato che volevamo condividere con tutto il mondo. Poco ci interessava del fatto che il mondo ci volesse o meno. Da lì abbiamo consociuto gente e diffuso la nostra malattia.
2 – Gli artisti che fanno parte del vostro roster sono spesso anticonvenzionali. In che modo e con quali criteri selezionate le vostre band?

La regola di base è che il gruppo ci piaccia tantissimo e noi abbiamo dei gusti un po’ particolari. In genere diventiamo amici dei reietti che ci contattano e facciamo squadra contro il mondo che è selvaggio e crudele con gente buona come noi.
 3 – Gli artisti che producete provengono da qualche zona in particolare? Suonano live?

Il nucleo centrale della Lepers è a Bari e molti gruppi provengono da zone limitrofe. È più facile mantenere i rapporti e conoscersi se si abita vicino. Nonostante questo l’internet ci ha permesso di incontrare anime gemelle nei più disparati angoli della terra, dal Texas alla Spagna, dalla Cina ad Alessano. Alcuni gruppi lebbrosi hanno un’attività live più intensa (Bokassà, Cristio ad esempio), altri invece suonano raramente dal vivo. Sono scelte che rispettiamo e l’ansia di non dover recuperare i costi dei dischi stampati ci fa vivere questa realtà con tranquillità.
4 – Se ne avessi la possibilità ci sarebbero 3 entità che vorresti produrre? Anche nomi enormi vanno benissimo.

Guarda non saprei, molta della gente che vorrei vedere sulla nostra etichetta ha partecipato al tributo per la nostra 50esima uscita (e sono tutti nomi enormi, Mike Watt di Minutemen, Firehose, Stooges per dirne uno). Possiamo dirci più che soddisfatti di quello che abbiamo fatto fin ora. Se proprio dovessi fantisticare su artisti enormi mi piacerebbe vedere su lepers.it un album suonato da  Godzilla, Undertaker e Bud Spencer.
5 – In Italia cosa cambieresti, dal punto di vista musicale? Cosa ti piace invece?

Cambierei un po’ la tendenza a lamentarsi delle cose che non vanno e poi non fare nulla per cambiarle. Una tendenza all’autocommiserazione che a volte impedisce di guardasi intorno e godersi ciò che già c’è (o ancora meglio che non c’è) (ndr sante parole!). Mi piace invece che ci siano tantissime micro realtà che fanno musica fantastica nonostante incontrino un riscontro di pubblico vicino allo zero. Quando poi le conosci, ti si apre un mondo fatto di mille gruppi, microproduzioni, racconti e persone fantastiche che, grazie alle distanze, frequenti quel tanto che basta per non conoscerne mai i lati negativi.

6 –  Cosa prevedi per il futuro della Lepers Produtcions?

I nostri momenti di gloria li abbiamo vissuti. Andremo avanti con uscite sempre più belle, poi a un certo punto ci scocciamo, andiamo in bancarotta oppure la lebbra che ci accompagna dall’inizio della nostra carriera passa allo stato terminale.

5 commenti

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  1. lucica / Apr 10 2012 10:15

    comunque chi ha fatto le domande le ha fatte con i piedi e non con la testa, in un italiano che non è italiano….vabbè no comment , W la Lepers Produtcions e il loro sito super fighissimo!

    • bommaraya / Apr 10 2012 10:57

      Grazie Lucica, ci fa piacere che tu abbia apprezzato il nostro lavoro.

    • bommaraya / Apr 10 2012 10:58

      Già che ci siamo ti invitiamo a collaborare con noi per mostrarci la tua bravura nello scrivere domande per le interviste. Siamo certi che saranno più interessanti di quelle fatte da Bommartini. Attendiamo un tuo riscontro.

  2. lucica / Apr 11 2012 13:14

    Il mio intento non era certo quello di sminuire il lavoro di un’altra persona, bensì un monito a correggere degli errori; inoltre credo che quando si fanno determinate interviste, come questa, a delle realtà musicali non molto conosciute e soprattutto particolari, sarebbe opportuno conoscere bene l’argomento e fare delle domande specifiche, in maniera da far sorgere quella curiosità nel lettore tale da far visitare il sito. Non mi avvalgo certo il diritto di fare il lavoro di un altro bensì quella di esprimere il mio libero pensiero in quanto lettrice anche di blog non molto gettonati in rete, ergo: mi spiace che il mio commento sia stato interpretato negativamente e di certo non ho bisogno di sentirmi presa in giro, non voglio fare la saccente e insegnare a qualcuno, qualcosa che già dovrebbe conoscere a priori. Ti ringrazio per la risposta imminente al mio commento e le dovute correzioni (errori dovuti sicuramente alla frettolosità, non lo metto in dubbio) e complimenti ancora per l’intervista a questi lebbrosi 🙂
    -lucica

    • bommaraya / Apr 12 2012 07:06

      Grazie Lucica per le tue segnalazioni.
      Come vedi gli errori sono stati corretti, ed è merito tuo. Purtroppo la voglia di fornire materiale per gli utenti a volte cozza con la precisione di una “lavoro” fatto senza alcuna remunerazione. Nel caso in esame ho preferito che l’etichetta si presentasse proprio per far capire meglio come agisce, in quanto io stesso non ne ero a conoscenza, pur avendo ascoltato qualcosa e visionato il sito. Buona giornata!

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